CARENZA DI OSSIGENO, ACIDOSI E INFIAMMAZIONE. QUESTO POTREBBE INTERESSARTI

Importanti studi sulle proprietà antiossidanti dell’integratore nutrizionale Microhydrin Plus ne dimostrano l’efficacia protettiva nei confronti del danno ossidativo a biomolecole e cellule.

Lo stress ossidativo – lo squilibrio tra la formazione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) e meccanismi di difesa antiossidante – è causa di reazioni citotossiche che portano a processi di invecchiamento cellulare e all’insorgenza di disordini cronico-degenerativi, aterosclerosi e neurodegenerazione.
Negli ultimi anni il tradizionale approccio terapeutico a queste patologie si è aperto sempre di più al contributo dei supplementi antiossidanti, tra cui l’integratore naturale, unico al mondo: Microhydrin Plus® 
La sua efficacia è stata riscontrata in atleti professionisti con benefici sia durante le fasi di allenamento che durante le performance agonistiche. In seguito sono stati investigati in vitro gli effetti protettivi di Microhydrin Plus nei confronti del danno ossidativo, sia in sistemi acellulari quali le biomolecole glutatione (GSH) e DNA, sia in sistemi cellulari quali i globuli rossi (RBC) e i linfociti. Come fonti di radicali liberi sono stati utilizzati tre ossidanti fisiologici quali perossido di idrogeno (H2O2), acido ipocloroso (HCl0) e perossiradicali (ROO).

In un particolare studio sono state investigate per la prima volta le proprietà antiossidanti in vitro di Microhydrin Plus valutando la sua efficacia protettiva nei confronti di tre agenti ossidanti fisiologici quali perossido di idrogeno, perossiradicali e acido ipocloroso.
I risultati ottenuti dimostrano che Microhydrin Plus protegge efficacemente il GSH dall’ossidazione e quindi dal suo consumo in presenza di radicali liberi.

L’effetto protettivo si estende anche al DNA, riducendo gli effetti genotossici degli agenti ossidanti. Tale azione può avere grande rilevanza nel caso del DNA mitocondriale che è direttamente esposto all’azione dei ROS prodotti durante la respirazione cellulare. È stato infatti dimostrato che il danno ossidativo al DNA mitocondriale è implicato nel processo di senescenza fisiologica e in alcuni disordini degenerativi.

Le evidenze tratte da questo studio possono avere rilevanza in ambito sportivo, infatti durante l’esercizio fisico intenso viene prodotta una maggior quantità di ROS derivanti sia dall’aumentato metabolismo eritrocitario sia dall’attivazione leucocitaria (neutrofili) .

La protezione di Microhydrin Plus neiconfronti del danno ossidativo agli RBC potrebbe dunque essere un utile strumento nel contrastare l’anemia dell’atleta e potrebbe spiegare alcuni degli effetti positivi per gli atleti professionisti. Infine, l’azione protettiva di Microhydrin Plus è stata investigata nei linfociti, cellule coinvolte nella risposta immunitaria, che normalmente sono soggetti a stress ossidativo in vivo. Anche in questo modello sperimentale è stato osservato che Microhydrin Plus è capace di ridurre significativamente la formazione di ROS intracellulari indotta dai tre ossidanti.

Conclusioni

I dati emersi in questo studio confermano l’azione protettiva antiossidante di Microhydrin Plus, rendendolo un valido integratore nutrizionale nella prevenzione e nel trattamento di numerose condizioni fisiopatologiche legate allo stress ossidativo, dall’invecchiamento dall’anemia dello sportivo, dal rischio cardiovascolare.

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Antiossidanti –  Cosa sono?

Lo stress ossidativo può essere definito come una particolare forma di stress chimico indotto dalla presenza di una quantità eccessiva di specie reattive per un’aumentata produzione e/o inadeguata inattivazione delle stesse.

Dal punto di vista eziologico, un aumento della produzione di SCO (specie chimiche ossidanti) può essere ricondotto a fattori ambientali (radiazioni, inquinamento), situazioni fisiologiche, stile di vita (alimentazione, alcool, fumo, esercizio fisico incongruo), fattori psicologici (stress psico-emotivo), malattie (traumi, infiammazioni, infezioni, vasculopatie neoplasie) e fattori iatrogeni (farmacoterapia, radioterapia, raggi X) ecc..

Una riduzione delle difese antiossidanti è da imputarsi sostanzialmente ad un deficit assoluto o relativo di antiossidanti, comunque determinatosi. A proposito delle malattie, va precisato che alcune di esse si accompagnano ad un’aumentata produzione di specie reattive, altre ad una riduzione delle difese antiossidanti, altre ancora, infine, alla combinazione di ambedue i meccanismi.

I radicali liberi sono molecole che si formano all’interno delle cellule del corpo quando l’ossigeno viene utilizzato nei processi metabolici per produrre energia (processo di ossidazione).
Queste molecole sono particolarmente instabili in quanto possiedono un solo elettrone anziché due; ciò le porta a ricercare un equilibrio appropriandosi dell’elettrone di altre molecole con le quali vengono a contatto, molecole che diventano instabili e che a loro volta ricercano un elettrone e così via, innescando un meccanismo di instabilità definito a “catena”. Dal punto di vista bioelettrico questo fenomeno dinamico si traduce in rapidissimi cambiamenti dell’equilibrio ionico. Queste reazioni possono durare da frazioni di secondo ad alcune ore e possono essere contrastate dall’azione degli agenti antiossidanti che, interagendo con l’elettrone mancante, permettono di neutralizzare i radicali liberi.

L’azione distruttiva di queste molecole è indirizzata soprattutto alle cellule, in particolare sui lipidi che ne formano le membrane, sugli zuccheri, sui fosfati, sulle proteine e sugli enzimi.

L’azione persistente dell’elevato stress ossidativo è causa dell’insorgenza di svariate patologie croniche dovute ad un precoce invecchiamento cellulare.

Oltre alle reazioni chimico-fisiologiche di ossidazione cellulare, contribuiscono pesantemente alla formazione dei radicali liberi:
• gli stati patologici (persistenza di infiammazione cronica);
• lo stress cronico (attivazione persistente dell’asse HPA);
• le errate abitudini alimentari;
• l’abuso di farmaci;
• il fumo e l’eccesso di alcool;
• l’inquinamento ambientale.

La funzione degli agenti antiossidanti è quella di riportare l’equilibrio chimico di queste molecole instabili (radicali liberi) grazie alla possibilità di fornire loro gli elettroni di cui sono prive.

L’organismo umano, producendo degli antiossidanti endogeni come la superossido dismutasi, la catalasi e il glutatione, si difende in parte dai radicali liberi. Quando il livello di ossidoriduzione supera una certa soglia è necessario un apporto esterno di antiossidanti.

È da tener presente che ciascun antiossidante ha un campo di azione limitato a specifiche molecole, pertanto è necessaria un’azione sinergica di molteplici agenti antiossidanti attraverso una alimentazione e una supplementazione controllata nell’arco della giornata, per garantire un’efficace azione antiossidativa. I principali agenti antiossidanti derivano da minerali, pigmenti vegetali, vitamine, micronutrienti ed enzimi.

Antiossidanti in risposta al fabbisogno diurno
Minerali: Molibdeno, Selenio;
Vitamine: B1, B2, B6, B12, C, Niacina, Acido Folico, Acido Pantotenico;
Pigmenti vegetali: Estratto di thè verde, Licopene.

Antiossidanti in risposta al fabbisogno notturno
Minerali: Zinco, Rame, Manganese;
Vitamine: E, Beta-carotene;
Pigmenti vegetali: Estratto di vite rossa;
Altri: Coenzima Q10.

È ovvio che il discorso è ben più complesso, ma il concetto appena esposto è sufficiente per comprendere i principali aspetti dello stress ossidativo.

Lo stress ossidativo comporta un invecchiamento della cellula e quindi dei tessuti con tutto quel che ne consegue in termini di efficienza.

L’invecchiamento precoce della pelle è uno dei segnali più conosciuti.

Il danno cellulare inizia a livello della membrana con un’alterazione degli scambi tra interno ed esterno della cellula; all’interno viene alterata la formazione di ATP che è la batteria, la fonte di energia della cellula, e si può arrivare fino all’alterazione del DNA con effetti mutageni e quindi tumore.

Antiossidanti per combattere l’aging precoce della pelle.
L’invecchiamento cutaneo non ha solo ragioni di natura intrinseca, come il trascorrere degli anni o i cambiamenti ormonali, ma viene accelerato dall’esposizione agli agenti esterni: il cosiddetto “aging precoce” indotto dall’aggressione dei raggi UV, dall’inquinamento, dal fumo e dallo stress è ormai scientificamente dimostrato.

L’attacco degli agenti esterni scatena infatti un processo di ossidazione cellulare: l’organismo inizia a produrre radicali liberi, cioè molecole instabili, con un solo elettrone, anziché due.

In condizioni fisiologiche normali vi è uno stato di equilibrio tra la produzione endogena di radicali liberi e la loro neutralizzazione da parte dei meccanismi antiossidanti dell’organismo.

I ROS (Sostanze Reattive dell’Ossigeno) sono molecole instabili di ossigeno, innescate nell’organismo da un certo numero di fattori ambientali e di abitudini igieniche soltanto apparentemente salutari.
Un ROS è una specie chimica altamente reattiva. E’ un atomo o una molecola con un elettrone libero.
I ROS reagiscono rapidamente e in modo indiscriminato con le molecole circostanti, per catturare gli elettroni loro mancanti. I metalli di transizione promuovono la produzione di ROS. Nei sistemi biologici, ferro e rame sono catalizzatori particolarmente importanti della produzione dei ROS.
I ROS possono danneggiare le proteine, ossidare le basi del materiale genetico e causare perossidazione dei lipidi.

I ROS non sono soltanto dannosi, sono utili per combattere le infezioni, per uccidere i batteri e per controllare il tono della muscolatura liscia, che regola il funzionamento degli organi interni e dei vasi sanguigni. La cosa fondamentale perché i ROS svolgano nell’organismo un’azione efficace e “buona” é l’equilibrio fra questi e gli antiossidanti. Per neutralizzare i ROS, infatti, il nostro corpo produce degli spazzini, i cosiddetti antiossidanti endogeni. Ma spesso, purtroppo, questo equilibrio si rompe a nostro svantaggio.

Lo stress ossidativo, essendo una condizione squisitamente biochimica, non dà luogo a manifestazioni cliniche proprie, né soggettive né oggettive.

Da quanto detto, appare chiaro che in presenza di una barriera antiossidante di protezione, non sufficientemente elevata, le nostre cellule si ritrovano sprovviste dei naturali sistemi di difesa contro l’attacco dei radicali liberi andando incontro ad una progressiva cascata di eventi che porteranno alla distruzione delle cellule e del patrimonio genetico.

Inquinamento ambientale, dieta sbilanciata, fumo di tabacco, droghe, alcol, scarsa attività fisica e stress psico-emotivo sono sicuramente i fattori che inficiano in maniera assolutamente negativa la nostra barriera antiossidante predisponendoci all’attacco dei radicali liberi e quindi all’insorgenza di uno squilibrio dei fisiologici e naturali sistemi di regolazione di base cui sottende il benessere del nostro organismo.

Attività antiossidante

Gli antiossidanti, funzionano bloccando i radicali liberi e convertendoli in sostanze innocue. Aiutano a stabilizzare i radicali liberi (molecole per natura instabili) presenti nelle cellule, riducendo le caratteristiche pro-ossidanti di queste sostanze.

Secondo il Dott. Jan Karlsson, autore Antioxidant and Exercise, siccome gran parte dei processi metabolici si verifica nelle membrane e strati lipidici cellulari, l’attività protettiva è svolta dalla difesa antiossidante liposolubile. Mentre la difesa alla formazione di radicali liberi nei processi metabolici citoplasmatici è ad opera degli antiossidanti liposolubili.

Quindi esistono antiossidanti liposolubili e idrosolubili. 
Il nostro organismo riesce a tenere sotto controllo l’attività dei radicali liberi attraverso speciali sostanze antiossidanti endogene (sintetizzate autonomamente) tra le quali rientrano enzimi come la superossidodismutasi, la catalasi e il glutatione ridotto ed esogene (presenti negli alimenti).

Se da un lato molti alimenti esercitano un’azione protettiva nei confronti dei radicali liberi, dall’altro abitudini alimentari scorrette possono aumentarne l’attività (dieta troppo ricca di grassi animali, consumo eccessivo di oli vegetali e pesce grasso, eccesso di ferro, intolleranze alimentari).

Gli alimenti più pericolosi in assoluto sono quelli ricchi di lipidi ed in particolare di acidi grassi polinsaturi (pesci, oli vegetali, frutta secca). La natura ha tuttavia saputo associare a tali nutrienti elevate quantità di vitamina E in modo da neutralizzare, almeno in parte, la formazione di radicali liberi.

Anche l’esposizione ad inquinanti atmosferici, a radiazioni ionizzanti o ultraviolette, l’abuso di farmaci, il fumo e l’attività fisica intensa sono in grado di aumentare pericolosamente la sintesi di radicali liberi.

Il potere antiossidante dei nutrienti

Esiste una prova di laboratorio in grado di misurare i livelli antiossidanti negli alimenti ed in altri nutrienti, essa riguarda il potere di assorbimento dei radicali liberi (ORAC).

E’ lo standard con cui viene misurata l’attività antiossidante. Più alto è il punteggio ottenuto da un alimento o integratore che sia, più è alta l’attività antiossidante.

Questa lista è elaborata in base alle unità di O.R.A.C. contenute negli alimenti

Alimenti che apportano da 1000 a 2000 unità ORAC :
Succo di arancia un bicchiere = 1142 unità
Fragole una tazza = 1170 unità
Pompelmo rosa 1 = 1188 unità
Succo di pompelmo un bicchiere = 1274 unità
Cavoli di Bruxelles cotti una tazza = 1384 unità
Prugne nere 3 = 1454 unità
More una tazza = 1466 unità
Barbabietola cotta una tazza = 1782 unità

Alimenti che apportano da 500 a 1000 unità ORAC :
Peperone 1 = 529 unità
Uva nera un grappolino = 569 unità
Avocado 1 = 571 unità
Patata arrosto 1 = 575 unità
Susina 1 = 626 unità
Arancia 1 = 983 unità

Alimenti che apportano fino a 500 unità ORAC: 
Cetrioli 1 = 36 unità
Pomodori 1 = 116 unità
Albicocche 3 = 172 unità
Spinaci crudi un piatto = 182 unità
Melone tre fette = 197 unità
Pera 1 = 222 unità
Banana 1 = 223 unità
Pesca 1 = 248 unità
Mela 1 = 301 unità
Melanzana 1 = 326 unità
Uva bianca un grappolo = 357 unità
Cipolla 1 = 360 unità
Uvetta nera un cucchiaio = 396 unità
Cavolfiore cotto una tazza = 400 unità
Fagiolini cotti una tazza = 404 unità
Patata americana 1 = 433 unità
Kiwi 1 = 458 unità

Ecco i migliori estratti integratori e sostanze naturali ad azione antiossidante:

  • ACIDO ALFA LIPOICO
  • ACAI (ESTRATTO)
  • ASTAXANTINA
  • BETA CAROTENE
  • BETAINA ANIDRA
  • BIOFLAVONOIDI
  • CANNELLA (ESTRATTO)
  • COENZIMA Q10
  • CARDO MARIANO
  • CURCUMA LONGA (ESTRATTO)
  • GINKGO BILOBA
  • GLUTATIONE
  • LICOPENE
  • LUTEINA
  • MANGOSTINO
  • MIRTILLI NERI (ESTRATTO)
  • N ACETIL CISTEINA
  • NADH
  • OMEGA 3
  • POLIFENOLI
  • PICOGENOLO
  • PROANTOCIANIDINE
  • RESVERATROLO
  • RUTINA
  • SELENIO
  • TAURINA
  • TE VERDE
  • VITAMINA C
  • VITAMINA E
  • VITE ROSSA (ESTRATTO)
  • XANTONI
  • ZEAXANTINA


Sempre più studi indicano come un elevato stress ossidativo sia associato a molte malattie degenerative tra cui i tumori. 

A contribuire pesantemente agli elevati livelli di radicali liberi che si riscontrano nei pazienti è una carenza cronica di antiossidanti causata da un’alimentazione sempre più povera e artificiale.

Un studio svolto nel 2006 da ricercatori della University of California/ Los Angeles ha messo in evidenza come l’assunzione giornaliera di circa 200ml di succo di melograno da parte di pazienti affetti da tumore della prostata induce una riduzione significativa del PSA, l’antigene usato per monitorare l’evoluzione del tumore. Questo secondo i ricercatori indica un vero e proprio rallentamento della progressione della malattia. Recentemente altri ricercatori hanno individuato alcune componenti del melograno che sembrano capaci di inibire il movimento delle cellule cancerogene e di indebolire i loro segnali chimici, elementi che sono alla base della capacità del tumore di generare metastasi per esempio all’osso.

Con questo non si vuole sostenere che il melograno è una cura per il tumore prostatico ma che un elevato stress ossidativo non diagnosticato ne tanto meno corretto dagli approcci oncologici standard, contribuisce all’evoluzione della malattia tumorale . In altre parole l’oncologia attuale si concentra correttamente sulla riduzione della massa tumorale ma non interviene sul terreno biologico che l’ha prodotta. Per questo si osserva un’incidenza ancora drammaticamente elevata di recidive. E’ un pò come se un contadino che vede crescere molte piante malate si limitasse ad estirparle senza effettuare una vera e propria bonifica del terreno che le ha generate.

In tutti i rami della medicina, una buona terapia deve quindi non solo estirpare la pianta malata ma anche correggere il terreno biologico. Oggi è possibile misurare i livelli di stress ossidativo con specifici esami di laboratorio che permettono poi al medico di prescrivere gli antiossidanti più indicati (fonte: dottor Filippo Ongaro).  

E’ il bilancio del dare e dell’avere che crea il benessere 

Il bilancio ossidanti-antiossidanti è importante per assicurare la funzionalità del sistema immunitario  

Gli antiossidanti sono essenziali per mantenere efficace il sistema immunitario. Questa necessità è ancora più importante con l’avanzare dell’età, quando vi è un incremento della formazione di radicali liberi. Gli antiossidanti contribuiscono a mantenere l’integrità e la funzionalità dei lipidi di mem brana, delle proteine cellulari e degli acidi nucleici.

Il nostro sistema immunitario è potente mediatore del nostro stato di salute. Attraverso cellule specializzate definite linfociti, riesce a neutralizzare e distruggere virus e batteri. Una delle sue caratteristiche fondamentali è quello di essere finemente regolato in perfetto equilibrio con l’ambiente che ci circonda, ma in situazioni in cui l’alimentazione è fortemente sbilanciata, una vita troppo sedentaria, la mancanza di esercizio fisico e lo stress cronico, tendono a disregolare l’immunità aumentando le probabilità di andare incontro a infezioni o al contrario di sviluppare patologie. autoimmunitarie, allergie e intolleranze. 

Questo equilibrio è molto simile a una bilancia con i suoi piatti ben in equilibrio fra loro. Uno dei piatti serve per aiutare l’organismo a difendersi da virus e batteri (sistema TH1), mentre l’altro serve contro le aggressioni di parassiti e virus endocellulari (sistema TH2).

Quando questo equilibrio viene a mancare si ha uno sbilanciamento di un piatto rispetto all’altro. Un sistema TH1 troppo marcatopur difendendo da molte infezioni, determina una maggiore probabilità di contrarre patologie autoimmunitarie come l’artrite reumatoide e la sclerosi multipla. Al contrario, se pesa di più il sistema TH2, si presentano spesso allergie e patologie da autoanticorpi come le tiroiditi o nei casi gravi anche una maggiore incidenza del cancro.

L’alimentazione attraverso i suoi nutrienti è capace di ristabilire l’equilibrio della bilancia.

Studi recenti indicano che le vitamine svolgono un ruolo importante. In particolare le ricerche si sono concentrate sulla vitaminaB6 e B12. È stato visto che queste due vitamine presenti soprattutto nei cereali integrali, uova e latte, svolgono una potentestimolazione del sistema TH1 contro tutte le infezioni virali e batteriche. Gli anziani sono più a rischio di un loro deficit, in quanto presentano una maggiore atrofizzazione dello stomaco, che compromette l’assorbimento di queste vitamine a livello intestinale.

La vitamina C scoperta nel 1970 da Pauling grazie alla quale è stato insignito del premio Nobel, fu molto reclamizzata come toccasana per il comune raffreddore. In effetti queste caratteristiche non furono mai confermate, ma fu visto che supplementazioni di vitamina C erano efficaci nel ridurre l’intensità e la durata di questo disturbo invernale.

La vitamina E è un potente stimolatore TH1.

Il selenio alla dose di 200 microgrammi al giorno è capace di contrastare le infezioni virali stimolando il sistema TH1 e le cellule natural killer potenti distruttori di virus e batteri.

Lo zinco ha le stesse potenzialità del selenio ma ha un effetto diverso in base alla dose somministrata. Se si vogliono contrastare i malanni invernali, la dose giornaliera non deve superare i 25-35 milligrammi per un periodo non oltre le 2-3 settimane. Dosi superiore e per periodi più prolungati stimolano il sistema TH2 e dunque possono avere effetto su patologie autoimmunitarie, ma anche indurre allergie e tiroiditi.

L’utilizzo dei probiotici rafforzano il sistema immunitario dell’intestino contro tutti quei virus e batteri che prediligono il sistema gastro-intestinale.

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Assumendo 2 capsule di Microhydrin Plus al giorno si migliora il potenziale antiossidante delle diete ricche di antiossidanti naturali

Microhydrin Plus migliora il potenziale antiossidante delle diete ricche di antiossidanti naturali

Introduzione:
La medicina moderna afferma che la formazione di radicali liberi e di altre molecole sono all’origine dello stress ossidativo, che è una delle cause principali della genesi delle malattie della società moderna. Questi metaboliti tossici intermedi (ITM) agiscono a livello del cuore con un numero impressionante di processi biologici e patologici. Invecchiamento, il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson, il diabete, i tumori e le malattie infiammatorie sono solo alcuni ben noti esempi.

Il legame tra ITM e antiossidanti è stato sin dall’inizio studiato, alimentando così l’interesse dei laboratori per analizzare i prodotti che causano tali azioni.

Metodo:
E’ stato condotto uno studio su un totale di 40 soggetti maschili e femminili di età compresa tra i 30 ei 50 anni. Sono stati analizzati sangue, urine e la saliva utilizzando il test bioelettrico Vincent, che misura il potenziale acido-alcalino o pH, il potenziale di ossido-riduzione o rH2 e il potenziale resistività-conduttività.

Le misure della Funzione Antiossidante Totale (eseguite dalla Spectra-cell Laboratories Inc.) sono inoltre state ripetute su campioni a caso.

I soggetti erano sani, non facevano uso di altri integratori o farmaci e osservavano sia una dieta povera di CAOR (Capacità d’Assorbimento di Radicali Ossigenati) oppure di una con un buon indice CAOR, con o senza 2 Microhydrin Plus o placebo (farina di riso). L’esperimento è durato 8 settimane, con una rotazione dopo la 4 settimana.

Risultati:
I risultati hanno evidenziato che i soggetti che avevano utilizzato Microhydrin Plus associata ad una dieta ricca di antiossidanti avevano ottenuto un più alto livello di protezione contro lo stress ossidativo rispetto a quando si attenevano solamente ad una dieta ricca di antiossidanti.
La conclusione dello studio investigativo preliminare suggerisce che Microhydrin Plus svolge un ruolo importante come cofattore per aumentare l’azione antiossidante di origine alimentare.

Questa ricerca è stata sostenuta in parte dal Laboratoire d’évaluation des indices de santé Inc. e da RBC Life Sciences Inc. ed è stato condotto sotto la direzione di Jean-Claude Magny N.D., M.Sc., DESS scienziato responsabile del Centre de Recherche et d’Eductation Orthobiologiques.

Come i Radicali Liberi Perossidi possono danneggiare le nostre cellule?

La nuova formula di Microhydrin ha dimostrato di fornire elettroni alla superficie nanocluster ™ che hanno il potere di prevenire la formazione dei radicali perossidi. Il test ORAC, misura nello specifico i radicali liberi perossidi. L’utilizzo di un test specifico per misurare questa tipologia di radicali liberi è molto importante, perché i perossidi sono gli ossidanti maggiormente presenti nei sistemi biologici e quindi potenzialmente più dannosi.

Come i Radicali Liberi Perossidi possono danneggiare le nostre cellule?

perossidoIl perossido è una tipologia di radicale libero che si forma all’interno della delicata membrana cellulare. Dal momento che i radicali liberi all’interno o all’esterno di una cellula, attaccano la struttura degli acidi grassi che costituiscono la membrana cellulare, questi creano i radicali liberi chiamati perossidi.

Dal momento che un radicale libero di perossido inizia il suo processo distruttivo nei confronti di una cellula, e nel nostro corpo non è disponibile un adeguato numero di antiossidanti per contrastarlo, si attiverà una catena di eventi che porterà alla distruzione della membrana cellulare. Se questa serie di aggressioni ai danni della membrana cellulare può essere prevenuta, allora la cellula rimarrà intatta. Se invece la cellula non sarà protetta da questo processo degenerativo allora morirà.

Anche se ci sono svariati tipi di radicali liberi e vari test per misurarli, attualmente il test dell’ORAC è diventato di primaria importanza ed è quello raccomandato da biologi ed esperti di antiossidanti.

La validità e la valutazione di questo test è stato supportato dal Dipartimento dell’Agricoltura americano che attualmente lo utilizza come verifica primaria per valutare il potenziale antiossidante di frutta e verdura.

Perché gli elettroni e ioni di idruro in Microhydrin® sono così importanti?

La nuova Microhydrin® fornisce elettroni a varie potenzialità.

Alcuni elettroni oltre ad essere importanti cofattori energetici sono anche abbastanza forti per prevenire i danni causati dai radicali liberi perossidici, come il superossido o l’idrossile.

Molti enzimi all’interno delle nostre cellule trasportano elettroni tramite atomi di idrogeno oppure li trasferiscono direttamente dagli elettroni dell’idrogeno. Questi enzimi sono chiamati deidrogenasi ovvero che tolgono idrogeno, e idrogenasi quelli che invece ne aggiungono.

Alcuni reazioni richiedono un protone di idrogeno con due elettroni ( H- ), altre un protone di idrogeno con un elettrone, e altre ancora fanno uso semplicemente di un singolo elettrone o di una coppia di elettroni. Quando necessario, gli enzimi dall’interno della cellula trasferiscono con molta cura gli ioni di idruro (elettroni da idrogeno) da una molecola all’altra.

Per alimentare le cellule, i mitocondri ovvero il magazzino energetico delle nostre cellule, richiedono H- ed elettroni trasportati dall’ NAD (H). Questo processo serve per attivare e aumentare la produzione dell’ATP. L’ATP è la molecola per la creazione dell’energia primaria del nostro organismo. Per la regolazione di tutte queste funzioni gli elettroni sono fondamentale importanza.

Come dimostrato dai valori molto bassi di ORP -780 mV (Potenziale di Ossido Riduzione), la nuova Microhydrin® ha evidenziano l’apporto di miliardi di elettroni disponibili per l’annientamento di numerose tipologie di radicali liberi.

Anni di ricerca in vari settori, tra cui la biologia, la tecnologia ambientale, chimica dell’acqua e la fisica, hanno dimostrato l’importanza universale ad avere una grande disponibilità di ioni negativi ed elettroni, tale da fornire energia simile a quella energia immagazzinata nelle batterie. Ora possiamo capire come le molecole del corpo e i composti cellulari possono beneficiare di questi elettroni di energia e come possano aiutare a ricostituire e riparare il corpo.

E’ ora riconosciuto che i danni dei radicali liberi sono una delle cause primarie dell’invecchiamento biologico. Alcuni danni tuttavia possono essere invertiti o riparati con l’uso di antiossidanti.

Gli antiossidanti hanno dimostrato di fornire:

  • Resistenza ai vasi sanguigni e la loro rispettiva protezione
  • Salvaguardia delle funzioni di apprendimento e la memoria
  • Protezione dell’apparato polmonare
  • Salvaguardia della flessibilità delle articolazioni e delle ossa
  • Protezione delle membrane cellulari
  • Protezione al DNA
  • Supporto al sistema cardiovascolare

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Abstracts di Studi Preliminari su Microhydrin® – Un Nanocolloide Funzionale Silicato

Clinton H. Howard and Kimberly Lloyd
Revisione di Gennaio, 2000

RBC Life Sciences sta conducendo una serie crescente di studi clinici e di laboratorio volti a valutare le caratteristiche nutrizionali ed i benefici della Microhydrin (250 mg per pastiglia), come minerale antiossidante. Gli articoli seguenti sono brevi riassunti dei risultati ottenuti da studi conclusi in gennaio 2000.

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La Microhydrin® ha Effettivamente Abbassato i Livelli di Acido Lattico presenti  nel Sangue Durante Esercizi Intensivi

 

Il Dipartimento di Fisiologia dello Sport dell’Università del Centro di Scienze della Salute, nel Nord del Texas a Fort Worth (Texas), ha condotto uno studio incrociato a doppio cieco con controllo placebo su 6 ciclisti maschi riguardo alla presenza di acido lattico (lattato) nel sangue durante 40K (24.8 mi), cronometrati nella corsa in bici a velocità massima. I soggetti hanno ricevuto 4 pastiglie di Microhydrin o di placebo giornaliere, assumendone una al mattino, due al pomeriggio ed una la sera, nella settimana prima del test ed anche nella stessa settimana del test. I soggetti si sono astenuti da ogni altro tipo di integratore non prescritto dal test durante il periodo dell’ esperimento; inoltre, ogni soggetto ha ricevuto 2 pastiglie con acqua 30 minuti prima di ogni prima dell’inizio di ogni prova fisica. I livelli di lattato nel sangue sono stati misurati prima e 5 minuti dopo ogni sessione di esercizio. La Microhydrin ha significativamente diminuito i livelli di acido lattico (lattato) se comparati con i placebo durante sforzo intensivo (p=0,03). (Pubblicazione tratta da: “ Journal of Medical Foods”, 1999 Vol 3 No.4 p151-159 Peter Raven Ph.D. 1999 & Wendy Wasmund, B.S. University of North Texas Health Science Center at Fort Worth, 1999.)

L’acido lattico si accumula durante esercizio intensivo o prolungato. E’ un problema comune tra atleti, persone che lavorano in ambienti esterni, praticano sports oppure fanno esercizio fisico per tempi prolungati.

I livelli decrementati di acido lattico (lattato) immediatamente dopo un esercizio intensivo sono un ulteriore indicatore dell’ abilità della Microhydrin ad aiutare a fornire una fonte energetica diretta (la produzione di ATP) necessaria alle funzioni cellulari. Una funzione energetica ergogenica si attua quando una sostanza aumenta l’energia biochimica senza l’introduzione di ulteriori carboidrati o calorie nella dieta.

La Microhydrin nell’idratazione intra ed extracellulare

E’ stato condotto uno studio preliminare a doppio cieco con controllo di tipo placebo utilizzando l’analizzatore a impedenza bioelettrico RJL che misura l’idratazione del corpo basandosi sullo status nutrizionale del paziente, metodo sviluppato da R.J.Liedtke. Sette soggetti hanno ricevuto 4 pastiglie giornaliere di placebo (polvere di crusca di riso). I valori medi hanno dimostrato un incremento dell’idratazione sia intracellulare che extracellulare dovuta al consumo di Microhydrin se comparati con quelli del gruppo placebo.

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Quando è stata consumata Microhydrin , il valore di idratazione totale corporea (acqua intra ed extra cellulare) è stata incrementata di 2.7%. Le variazioni osservate in TBW quando i soggetti hanno assunto Microhydrin ,  confrontati con i placebo, hanno mostrato sigificatività statistica  (p < 0.05) utilizzando il test del t di Student per piccoli campioni statistici.L’acqua intracellulare, l’indicatore più sensibile dello stato nutrizionale e metabolico, è aumentato del 2,7%. La massa cellulare corporea (volume intracellulare), un altro indicatore dell’acqua all’interno delle cellule, ha mostrato anch’esso un incremento del 2% durante l’assunzione della Microhydrin .image007     image008

Questi incrementi dei parametri osservati in acqua extracellulare sono risultati essere statisticamente significativi (p < 0.05) in caso di consumo di Microhydrin, se comparati con chi assumeva placebo. (Dati non pubblicati, Gary Osborn R.Ph. & Heriberto Salinas, MD Texas Institute of Functional Medicines, 1999)
La Massa Cellulare Corporea (BCM) e l’acqua intracellulare (ICW) sono valutazioni del volume intracellulare e dell’acqua entro ogni cellula, rispettivamente. L’acqua corporea extracellulare, la quale bagna le cellule, ha mostrato anch’essa un incremento di volume. L’acqua intracellulare rappresenta circa il 60% dell’acqua totale del corpo in un adulto sano. L’acqua intracellulare, come indicatore di integrità cellulare, è risultato essere più elevata nei lattanti, ma decrementa nel corso dell’invecchiamento o nella perdita di massa cellulare corporea. I tessuti cellulari sani mantengono acqua all’interno delle cellule ed hanno un più elevato metabolismo anabolico (sintesi) così come catabolico (frammentazione).

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La Microhydrin Protegge da Stress Ossidativo

E’ stato condotto uno studio preliminare a doppio cieco con controllo di tipo placebo su 7 soggetti che hanno ricevuto 4 pastiglie al giorno di Microhydrin  per due settimane, ricevendo in seguito 4 pastiglie di placebo al giorno per le successive due settimane. Sono stati misurati i livelli di alchenali/creatinina nelle urine. Durante l’assunzione di Microhydrin , è stata osservata una prtezione del 43% di incremento nella protezione da radicali liberi in confronto al gruppo che assumeva placebo. E’ stato osservato in questo studio che la Microhydrin  protegge nei confronti degli alchenali del siero. Gli alchenali sono i prodotti ossidativi dovuti a perossidazione dei lipidi del siero, causata da attacchi da parte dei radicali liberi verso lipidi di membrana e lipoproteine. Essi sono indicatori di danno da radicali liberi nel corpo, associato ad aumentato rischio di malattie correlate all’invecchiamento.

(Dati non pubblicati, Gary Osborn R.Ph. & Heriberto Salinas, MD Texas Institute of Functional Medicines, 1999)

Valutazione dell’Attività Microhydrin Nella Produzione di NADH in Vitro

La produzione di ATP, la principale fontedi energia nei mitocondri, dipende dalla produzione di NADH. L’idrogeno ridotto, generato dal ciclo di Krebs, viene trasportato dall’ NADH nei mitocondri tramite la reazione a catena di trasporto di elettronico che al suo culmine produrrà una molecola di ATP ed una molecola d’acqua.

L’Idrogeno è uno dei più importanti elementi donatori di un elettrone, un doppietto elettronico oppure del prorpio protone per le reazioni di ossido/riduzione di numerosi enzimi o intermedi all’interno di cicli metabolici cellulari. Tramite osservazione in vitro, è stata misurata la conversione di NAD+ ad NADH dopo l’aggiunta di Microhydrin. Il dosaggio di quantità a concentrazioni crescenti di Microhydrin  al NAD+ ha mostrato un incremento lineare nella produzione di NADH, misurandone l’assorbimento a 350 nm. (Dati non pubblicati, Joe McCord, Ph.D University of Colorado Health Sciences Center, 1998).

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Microhydrin Incrementa La Produzione di NADH Mitocondriale e Aumenta il Potenziale di Membrana Mitocondriale in Cellule di Fegato Intatte

Microhydrin  (200 mg/ml) è stata addizionata a cellule di fegato di ratto coltivate al 90% di terreno (500,000 cells/ 4ml medium). L’autofluorescenza nel blu dell’ NADH mitocondriale è stata visualizzata tramite scansione a microscopia confocale con laser invertito Zeiss LSM 410, utilizzando una lente ad immersione 40X e sfruttando una luce di eccitazione a 356/365 nm fornita da un laser ad argon UV. Nelle condizione operative scelte, l’autofluorescenza insorge principalmente da parte dell’ NADH mitocondriale. L’ossidazione da NADH a NAD+ comporta la perdita di fluorescenza dato che sono l’ NADH è fluorescente.

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Le linee del grafico schematizzano i dati dovuti a 3 esperimenti con Microhydrin e 3 campioni di controllo. Nel gruppo della Microhydrin  l’NADH è aumentato del 20% per 20 minuti, mentre nel gruppo di controllo si è verificato un decremento nella fluorescenza di NADH di circa il 30%. Questi esperimenti preliminari suggeriscono che la Microhydrin promuova il trasferimento elettronico al NAD+ in epatociti viventi intatti. Inoltre, la Microhydrin previene l’ossidazione spontanea (o sbiancamento) dell’ NADH che avviene generalmente durante un’incubazione di questo tipo (vedere esperimento di controllo), indicando dunque una continua ricarica del nucleotide piridinico (NADH).
Il potenziale di membrana mitocondriale è stato monitorato utilizzando una coltura di epatociti overnight (in incubazione per 12 ore), simile a quella usata nell’esperimento NADH e che è stata trattata per 20 minuti con la sonda fluorescente tetrametilrodamina metilestere (TMRM). Il medium di coltura è stato stabilizzato a pH 7.4 per garantire che gli effetti precedentemente osservati non fossero dovuti a effetti di pH. Le cellule trattate con TMRM sono state osservate in microscopia confocale con laser invertito Zeiss LSM 410, attraverso una lente da obbiettivo al 63X. In questi esperimenti, un incremento della fluorescenza mitocondriale di TMRM rappresenta un aumento della polarizzazione mitocondriale (potenziale di membrana più negativo). Le linee del grafico rappresentano i dati di 3 esperimenti con Microhydrin e 4 esperimenti di controllo. Nel gruppo di controllo la fluorescenza del TMRM è decrementata del 6% in 20 minuti. Nel gruppo con la Microhydrin , il segnale di TMRM è aumentato di circa 25% del suo valore basale. Queste osservazioni preliminari suggeriscono che la Microhydrin incrementi il potenziale di membrana mitocondriale in epatociti intatti e viventi. La combinazione di un aumento del potenziale di membrana mitocondriale e di aumento di NADH suggerisce un incremento della capacità bioenergetica dei mitocondri qualora sia presente Microhydrin  nella sospensione cellulare (Dati non pubblicati, 1999). La  sembra fornire elettroni o H- (ioni idruro) disponibili a cofattori che siano in grado di utilizzarli per la produzione di energia cellulare. L’ NADH apporta elettroni ai mitocondri tramite la catena di trasporto elettronico producendo H2Microhydrin 0 ed ATP, la sorgente energetica principale per numerose reazioni biochimiche intracellulari.Le linee del grafico schematizzano i dati dovuti a 3 esperimenti con Microhydrin e 3 campioni di controllo. Nel gruppo della Microhydrin l’NADH è aumentato del 20% per 20 minuti, mentre nel gruppo di controllo si è verificato un decremento nella fluorescenza di NADH di circa il 30%. Questi esperimenti preliminari suggeriscono che la Microhydrin  promuova il trasferimento elettronico al NAD+ in epatociti viventi intatti. Inoltre, la  previene l’ossidazione spontanea (o sbiancamentoMicrohydrin ) dell’ NADH che avviene generalmente durante un’incubazione di questo tipo (vedere esperimento di controllo), indicando dunque una continua ricarica del nucleotide piridinico (NADH).

Valutazione della Microhydrin come Eliminatore di Radicali Liberi

I test sulla Microhydrin  sono stati condotti utilizzando la tecnica di risonanza di spin elettronico (ESR), da parte di scienziati che sono specializzati nella valutazione di antiossidanti nell’ambito di autorevoli Università. Le notizie seguenti sono tratte dai risultati del test:

“Abbiamo condotto uno studio sull’attività antiossidante della Microhydrin attraverso numerosi metodi sperimentali. E’ stata rilevata attività di rimozione dei radicali idrossilici in due diversi preparati contenenti Microhydrin ”.

“Le nostre conclusioni sono che la Microhydrin abbia attività antiossidanti nei confronti di radicali idrossilici. I radicali idrossilici sono tra i più pericolosi radicali liberi dell’ossigeno che compaiano nei sistemi biologici. Sono gli stessi radicali che si formano tramite esposizione a radiazioni ionizzanti. Dunque, si è potuto stabilire che la Microhydrin  abbia attività a tale riguardo”. (Comunicazione Personale: Lester Packer, Ph.D., University of California at Berkley, 1999)

Valutazione della Microhydrin come Eliminatore di Radicali Liberi, Rapporto II

I test sulla Microhydrin  sono stati condotti utilizzando la tecnica di risonanza di spin elettronico (ESR), da parte di scienziati che sono specializzati nella valutazione di antiossidanti nell’ambito di Università differenti. Il testo seguente è stato tratto da un rapporto dello studio eseguito: “ Quando abbiamo effettuato il test standard dell’ attività della Superossido Dismutasi basata sulla riduzione del citocromo c tramite xantina xanthine (see J. Biol. Chem. 244: 6049-6055, 1969), la Microhydrin ha rivelato di avere due caratteristiche”:

1) La Microhydrin  può direttamente ridurre il citocromo c, dimostrando di essere un agente riducente (come un antiossidante).

2) La Microhydrin  può può inibire la riduzione del citocromo c mediata dal superossido, indicando di avere la possibilità di rimuovere il radicale libero superossido.

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“Quando testata con un metodo alternativo basato sulla capacità del superossido di ossidare l’epinefrina ad adenocromo, la Microhydrin  ha anche mostrato la sua capacità di rimuovere il radicale superossido e di inibirne il processo”. (Comunicazione personale: Joe McCord, Ph.D., University of Colorado Health Sciences Center, 1998).Un abstract di questi dati relativi ad antiossidanti in vitro è stato presentato e pubblicato agli atti nel 10° congresso dell’associazione nazionale dell’Idrogeno, pg. 595-610; 1999)

Medico che Utilizza Microhydrin Scala il Monte Everest Senza Ossigeno

Nel 1991, all’età di 39 anni, Denis Brown M.D. di British Columbia tentò di scalare il Monte Everest senza ossigeno di riserva. Raggiunse la quota di 7800 metri. Ancora nel 1994 ritentò la scalata e raggiunse gli 8400 metri prima di arrendersi alle condizioni estreme e tornare indietro. Nel 1999, a 47 anni aggiunse Microhydrin  al suo regime alimentrare. La Microhydrin  aiuta ad impedire la formazione di radicali liberi e l’acido lattico, e sostiene la produzione di ATP. Egli quindi riuscì a raggiungere la sommità sud alla quota di 8625 metri, senza ossigeno di scorta, riportando che stavolta si sentiva più forte ed aveva più energie rispetto alle scalate precedenti.

Maratoneta Migliora i Tempi di Percorrenza Utilizzando Microhydrin

Nel gennaio 1997, all’età di 39 anni, Andrey Kusnetzov disputò la maratona Brasiliana e finì in 2 hr. 17 min. and 52 sec. Il Dicembre successivo, aggiunse la Microhydrin al suo regime alimentare, assumendo due pastiglie con una terza pastiglia spezzata, in un bicchiere d’acqua al mattino ed ancora ogni sera. In Gennaio, corse due minuti più veloce, vincendo il premio della divisione “Master” (età 40+) alla Maratona Metodistica di Houston. Nel successivo Aprile 1998 egli continuò a migliorare i suoi tempi e vinse la maratona di Boston della categoria Master. Un anno dopo, all’età di 41 anni, in una gara con 12000 corridori, vinse ancora la maratona di Boston, categoria Master, nel miglior tempo di 2 hr. 14 min. and 20 sec., in antitesi con il forte vento ed il calore che ha causato agli altri corridori ai primi posti di finire in tempi più lenti rispetto agli anni passati. Seguendo la corsa, il direttore medico della RBC entrò nello spogliatoio dove i corridori esausti erano stremati sulle panche, ed erano soccorsi per collasso, ipertermia e nausea. Andrey restò in piedi, rilassato, e sembrava non avere risentito della corsa.

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Test sulle Funzioni della Microhydrin

La Microhydrin  è un Minerale silicato (silicio, potassio e magnesio), formatosi  tra colloidi estremamente piccoli e carichi negativamente (nanocolloidi), i quali sono stati saturati da idrogeno. I minerali sono risultati essere grandi tra 1-5 micrometri di diametro quando analizzati con microfotografie a scansione elettronica. La loro funzione è quella di fornire letteralmente trilioni di anioni idrogeno in grado di donare elettroni nei fluidi corporei. Gli elettroni, che Albert Szent-Gyorgyi ha chiamato il “carburante della vita”, sono abbondantemente disponibili in verdure crude cresciute in natura, frutta, e granaglie, ma sono carenti nella nostra dieta moderna troppo sovra-raffinata, acida o altamente ricca di cibi ossidanti, bibite e acqua da bere non di qualità. L’acqua imbottigliata ed in lattina è ossidata, acida, e non fornisce una fonte di elettroni. Quando consumata, il corpo deve sostanzialmente alterare le sue caratteristiche chimiche in modo da convertire l’acqua in fluido corporeo ottimale, sia intra che extracellulare. Tre di queste caratteristiche sono la conduttività (r), il potenziale di ossidazione/riduzione (ORP), e la tensione superficiale.

Traduzione a cura di Steve Zanardi. Vietata la copia o qualsiasi forma di riproduzione non autorizzata.

Microhydrin® – Un Integratore Minerale Silicato

Intrappola Idrogeno Ridotto Fornendo Proprietà Biologiche Antiossidanti in Vitro

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Introduzione

L’obiettivo di questa ricerca è stato lo studio degli effetti del minerale ridotto del silicato dell’idrogeno tramite diverse procedure standard che sembrano evidenziare le sue proprietà antiossidanti (potenziale di riduzione) in molecole biologiche. Dal momento che l’integratore minerale silicato equivalente viene saturato con idrogeno ridotto e fornisce in acqua un potenziale di riduzione approssiamativamente pari a 650 mV, è stato condotto uno studio per osservarne la capacità di rimozione dei radicali liberi dell’ossigeno utilizzando diverse metodologie riportate nella letteratura attuale. E’ stata anche essaminata la sua capacità di agire come agente riducente (antiossidante) in diversi tipi di analisi standard (riduzione diretta del citocromo C e del NAD+).

Idrogeno

L’idrogeno è vitale nei processi biologici a causa della sua struttura atomica unica.Si tratta di uno dei più importanti elementi donatori di un elettrone, una coppia di elettroni o del proprio protone nell’ambito di reazioni di riduzione/ossidazione (redox) di numerosi enzimi ed intermedi all’interno di processi metabolici attivi nella cellula. Numerose reazioni biochimiche dipendono dalla Nicotinamide adenino-dinucleotide (NAD, NADH) e flavino adenin-dinucleotide (FAD, FADH, FADH2) e dalle loro rispettive forme ridotte grazie al trasferimento di elettroni dall’idrogeno. Il trasferimento finale di elettroni  forniti dall’idrogeno avviene nel ciclo energetico durante la frammentazione del glucosio mediante la glicolisi, nel corso del ciclo dell’acido citrico e nella catena di trasferimento elettronico della respirazione mitocondriale (11) (fig. 5).

L’acqua di Hunza

Il ghiacciaio Ultar di Hunza , nella zona occidentale del Pakistan ha attratto, in questo secolo, l’interesse sia di geologi che di medici professionisti per via di una singolare associazione di perfetta salute e longevità da parte delle popolazioni che consumano l’acqua sorgiva del ghiacciaio (4-7). Le ricerche hanno rivelato che bevendo la roccia polverizzata dal ghiacciaio presente nel fiume Hunza , seguendo una dieta corretta, ed il far parte della comunità locale sono fattori critici nel raggiungere una notevole longevità, una bassa incidenza di patologie cardiache e una salute eccezionalmente buona in quella comunità (4-7).

Analizzando la correlazione tra la salute e l’uso di acqua di origine glaciale, è risultato evidente che tale acqua contiene abbondantemente tracce di importanti sali minerali,ma anche derivati amorfi dei silicati stessi, i quali hanno caratteristiche uniche per la relativa capacità di strutturare l’acqua e di trasportare minerali ed elettroliti (1,8,9). Nonostante la complessità degli studi strutturistici così come quelli cinetici dei gruppi silanolici (SiO2) presenti in numerosi complessi della silice (SiO2), la quantità d’acqua assorbita inizialmente in prossimità della superficie è orientata ed ha proprietà (entropia, mobilità e costante dielettrica) differenti da quelle dell’acqua disordinata (1).

Silicati

I  silicati rappresentano una famiglia di minerali e sono tra i componenti più abbondanti della crosta terrestre. Silicati naturali, sia cristallini che amorfi, sono presenti nei sedimenti fluviali, nelle sorgenti glaciali ed in ambienti marini. L’atmosfera,la pressione, le condizioni ioniche e le temperature nel corso di ere geologiche producono una varietà di silicati solubili. Numerose sorgenti d’acqua incluse le sospensioni minerali di origine glaciale sono state analizzate per il loro contenuto di derivati della silice e sali minerali (1,2). In particolare, numerose fonti di acque minerali e regioni glaciali sono state correlate alla salute delle popolazioni locali che sono dipese da esse per l’assunzione di acqua (3,4). Alcune relazioni tra l’ambiente geotermico, benessere e patologia sono ben documentate come nel caso della carenza di Iodio che comporta numerose disfunzioni della tiroide (gozzo, ipotiroidismo, cretinismo, ed incremento del rischio di insorgenza di tumori) (3). E’ stato compreso, attualmente, che numerosi minerali svolgono funzioni vitali come cofattori ed hanno un ruolo strutturale e funzionale all’interno di cellule e tessuti. Recenti osservazioni suggeriscono che gli ambienti geotermici delle sorgenti d’acqua hanno un impatto profondo sul livello di salute di umani ed animali (3-5).

I silicati tendono ad organizzare strutturalmente le molecole d’acqua su tre strati (wetting). In presenza di molecole d’acqua, i gruppi silanolici di piccoli silicati si ionizzano, producendo protoni mobili che si associano/dissociano con la superficie impartendovi una certa conduttività elettrica che attrae minerali e ioni come mostrato in figura 1 (1). Questi strati sono stati ulteriormente descritti come omega (o- strato d’acqua più interno), beta (ß- secondo strato o strato intermedio), e delta (d-strato d’acqua più esterno)(figura 1). L’interfaccia risultante tra superficie e soluzione che comprende gli strati d’acqua formati dai minerali viene denominata doppio strato elettrico o potenziale zeta. Questo strato ha una tendenza caratteristica a trasportare piccoli ioni, minerali ed elettroliti ( idrogeno, ferro, magnesio, sodio, ecc.) (1,8,9). Questi gruppi SiOH e la risultante struttura dell’acqua tendono ad imprigionare e setacciare i minerali. Essi trattengono anche gli atomi di idrogeno all’interno di queste strutture (1,9,10). Quando l’idrogeno viene ulteriormente ridotto, l’intera particella di silicato minerale acquisisce proprietà biologiche antiossidanti.

Materiali

Tutte le capsule utilizzate in reazioni antiossidanti e di riduzione contenevano 250 mg di silicati presenti naturalmente in alimenti, carbonato di potassio, solfato di magnesio ed acidi grassi e sono state sintetizzate tramite un processo privato basato su polvere di riso; esse sono state rese disponibili da RBC Life Sciences, Inc of Irving, Texas, così come il suo prodotto, la Microhydrin®.

Analisi del potenziale di riduzione della Microhydrin

Quando l’idrogeno ridotto del minerale silicato (Microhydrin) è stato dissolto o risospeso in un buffer fosfato salino, a pH 7.4, ha direttamente ridotto sia il citocromo c che il NAD+ indicando la sua forte capacità di riduzione (antiossidante). Quando è stata esaminata nel test dell’attività della superossido dismutasi-basata sulla riduzione del citocromo c tramite xantina / xantina ossidasi- essa ha ridotto il citocromo c. Queste reazioni complessive, la riduzione del citocromo (Cyt c) e la riduzione del NAD+ tramite l’idrogeno ridotto del minerale silicato (Mic) sono mostrate sotto. La riduzione del NAD+ sarà esaminata nel dettaglio successivamente.

Mic(H:-) + Cyt c(Fe+3) ½ Mic + Cyt c(Fe+2) + H+
and 2Mic(H:-) + NAD+ ½ 2Mic + NADH + H+

 Analisi della rimozione dei superossidi tramite Microhydrin

La riduzione di superossido mediata da citocromo c ha dimostrato che il minerale silicato ridotto ha inibito tale reazione, indicando che il minerale ridotto ha proprietà riducenti,  o di rimozione nei confronti del radicale superossido:

Mic (H:-) + O.2- + H+ ½ Mic + H2O2

In questo test la Microhydrin è risultata essere in grado di inibire e prevenire la riduzione del citocromo c da parte del superossido:

O.2- + Cyt c(Fe+3) ½ O2 + Cyt c(Fe+2)

Un test alternativo per comprendere meglio l’attività del  minerale silicato ha consistito nell’osservazione dell’ossidazione dell’epinefrina a adrenocromo da parte del superossido (dati non mostrati).

Microhydrin

O.2- + epinefrina ½ H2O2 + adrenocromo

Radicale libero superossido

Perossido di idrogeno

I dati mostrati nella Tabella 1 riguardano l’attività della superossido dismutasi (SOD) basata sull’ossidazione dell’epinefrina tramite il superossido.

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In questo esperimento l’idrogeno ridotto del minerale silicato ha nuovamente rimosso lo ione superossido. Quantitativamente, metà dell’inibizione massima è stata ottenuta ad una concentrazione di Microhydrin pari a 90 µg/ml (Tabella 1). Quando le concentrazioni di Microhydrin erano pari a 60 µg/ml o superiori, l’ossidazione dell’ epinefrina è stata inibita dimostrando che il minerale silicato ha ridotto il radicale libero del superossido. Le condizioni sperimentali hanno previsto presenza di superossido dismutasi alla concentrazione di 50 µg/ml con un tasso di conversione di 0.15 µg/ml (dati non pubblicati) (Tabella 1, Figura 2)

Riduzione di NAD con Microhydrin

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E’ stata successivamente esaminata l’abilità della Microhydrin di ridurre NAD+ a NADH. Il potenziale redox per questa reazione è –0.32 V (– 320 mV), richiedendo dunque un agente riducente piuttosto forte. La Microhydrin ha ridotto NAD+ a NADH. La riduzione di NAD+ è stata monitorata esaminando lo spettro di assorbimento da 200 nm a 500 nm. In tutti gli esperimenti successivi la riduzione del NAD+ è stata misurata come la differenza tra due lunghezze d’onda (da 340 nm a 500 nm).

La lunghezza d’onda a 500 nm è servita come riferimento (è indipendente dalla riduzione di NAD+, ma controlla le variazioni di torbidità  grazie agli effetti di scattering della luce
dovuti ai silicati) (Figura 3). Il NAD+  potrebbe essere titolato tramite l’aggiunta sequenziale di aliquote di Microhydrin in un modello lineare.

La Microhydrin è stata sospesa per 30 min. alla concentrazione di 10 mg/ml. La Microhydrin è stata aggiunta in modo incrementale ad una soluzione di NAD+ 60 µM (Figura 3).

Rimozione di Radicali Liberi Idrossilici con Microhydrin

Quando l’integratore a base di minerale silicato contenente idrogeno ridotto (Microhydrin) è stato analizzato per la sua attività antiossidante tramite tecniche di Risonanza di Spin Elettronico (ESR), l’attività dell’integratore ha dimostrato avere attività riguardante la rimozione di radicali liberi dell’ ossidrile (OH) alla concentrazione di 0.625 mg/ml (figura 4).

I radicali ossidrilici sono stati generati tramite la reazione di Fenton.Tutti i reagenti sono stati disciolti in un buffer con fosfato di potassio 0.1 M, pH 7.4, con l’eccezione FeSOche è stato dissolto in acqua distillata. Cinquanta microlitri di soluzione campione, 0.18 DMPO (spin trap, 5,5 dimetil- pirrolo-N-ossido) (50 µ), 2mM H2O(50 µl) e FeSO4 0.2 mM (50 µl) sono stati miscelati per 10 secondi e trasferiti rapidamente in una cuvetta piatta al quarzo (capacità 200 ml, JEOL, Tokyo, Japan). Esattamente 30 secondi dopo l’addizione di FeSO4 è stato registrato lo spettro in ESR dello spin di DMPO-OH (dati non pubblicati) (figura 4).

Due campioni dell’integratore sono stati valutati così: il primo mostrando rimozione di radicali liberi idrossilici a 0.19 ± 0.05 EPC-K1 µmol-equivalenti / mg e l’altro a 0.15 ± 0.03 EPC-K! µmol-equivalenti / mg (dati non pubblicati).

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Conclusioni
Idrogeno ridotto nel ciclo energetico

Questi studi preliminari hanno dimostrato che l’idrogeno ridotto del minerale silicato è un antiossidante (agente riducente) che utilizza svariate strategie. E’ stato dimostrato che riduce direttamente NAD+ a NADH . Il NAD+ e la sua forma ridotta, NADH, sono i cofattori primari che partecipano in numerose reazioni biochimiche per il metabolismo e la produzione energetica nella cellula inclusa la catena di trasporto elettronico mitocondriale  e la produzione di ATP (adenosina trifosfata) ad essa accoppiata. Nel caso di enzimi deidrogenasici collegati a NAD come la gliceraldeide-3-fosfato deidrogenasi, l’idrogeno ridotto (H:-) viene generato cosicchè possa entrare direttamente nella catena di trasporto elettronico (11). Vengono generati due ioni di idrogeno ridotto per ogni ciclo completo di glicolisi dove entrambi donano assieme un totale di quattro elettroni che entrano nella catena di trasporto elettronico dei mitocondri (Figura 5) (11).

E’ stato osservato che il minerale silicato ridotto è un forte riducente tramite la riduzione diretta di citocromo c. Il Citocromo c è una proteina di trasporto di elettroni cruciale, contenente un atomo di ferro, facente parte della catena di trasporto elettronico respiratoria delle cellule umane.Il citocromo c è accoppiato alla produzione di ATP mitocondriale, principale sede di sintesi dell’ ATP.

image005 La produzione di energia in forma di ATP viene effettuata tramite tre processi: la glicolisi, il ciclo dell’acido citrico (ciclo di Kreb’s) e la respirazione mitocondriale realizzata tramite il trasferimento di elettroni tra idrogeni ed idrogeni ridotti. In queste vie metaboliche partecipano importanti intermedi come NAD, NADH, FAD, FADH e FADH2.

Numerosi altri processi metabolici nella cellula dipendono da ATP e tra questi cofattori contenenti idrogeno ridotto per l’utilizzo degli acidi grassi, sintesi proteica, sintesi e riparazione del DNA, regolazione genica, e deaminazione di aminoacidi per l’escrezione di ammoniaca in forma di urina, per citarne alcuni (11).

Funzione antiossidante della Microhydrin

Un antiossidante (agente riducente) è un composto che ha un elettrone disponibile da donare ad un’altra molecola che ne abbia bisogno al fine di stabilizzare la propria stabilità. Gli elettroni che orbitano attorno ai nuclei atomici preferiscono disporsi negli orbitali in numero pari (2, 4, 6, 8). Alcune molecole, come gli ioni idrossile e superossido, se non vengono subito ridotti (addizionati di un elettrone) avranno un’affinità elettronica forte abbastanza da strappare elettroni a caso da altre molecole che subiranno gravi danni qualora ciò avvenga. Quando le bio-molecole cellulari vengono danneggiate in questo modo, le cellule iniziano ad “invecchiare”, o comunque non sono più normali come invece le cellule sane.

L’integratore minerale silicato ridotto è stato anche ritenuto in grado di rimuovere il radicale superossido ed i radicali liberi idrossilici. I radicali idrossilici sono tra i più pericolosi radicali liberi dell’ossigeno che si creino in sistemi biologici e sono gli stessi che si formano in caso di esposizione a radiazioni ionizzanti. Entrambi questi radicali liberi causano un esteso danno ossidativo a macromolecole biologiche come il DNA, la membrana di catene di acidi grassi poliinsaturi, ed enzimi (12,13). Il danno da radicali liberi (stress ossidativo) è attualmente considerato come avente un ruolo attivo in patologie come L’Alzheimer, l’ artrite reumatoide, problemi respiratori dell’adulto, cancro, problemi cardiovarcolari e di circolazione sanguigna ed invecchiamento precoce (12,13).

Idrogeno come antiossidante (donatore di elettroni)

Studi recenti hanno dimostrato che l’idrogeno nella sua forma ridotta rimuove le specie reattive dell’ossigeno e protegge il DNA dal danno dovuto ai radicali liberi dell’ossigeno (13). L’idrogeno ridotto è considerato essere una specie reattiva ideale per contrastare i radicali liberi dell’ossigeno. Dal momento che l’acqua è un solvente in cui tutti gli organismi viventi sono nati, che compone la matrice della vita e che supporta tutte le reazioni intermolecolari, è stato compreso ora che anche questo fa parte del suo ruolo biologico (13,15). Varie funzioni della chimica dell’acqua, della sua chimica geologica, anche il suo trasporto attraverso la membrana cellulare (regolato geneticamente), e le sue funzioni biochimiche sono attualmente in fase di studio più intensivo.

L’idrogeno nel suo stato basale possiede un elettrone. Esso può essere trovato in natura anche con due elettroni, noto come ione idruro (H:-) o idrogeno ridotto. L’idrogeno può essere ridotto quando l’acqua viene sottoposta ad elettrolisi, oppure quando si utilizzano procedure catalitiche (13-15). L’idrogeno prodotto nel processo viene chiamato idrogeno attivo a causa del suo attivo potenziale di riduzione come antiossidante ed ha un potenziale redox di -350 mV (13-15). L’acqua ridotta, l’integratore disciolto e l’acqua dello Hunza hanno valori di potenziale redox di -350 mV o più bassi, indicando bassi livelli di ossigeno disciolto ed alti livelli di idrogeno disciolto in soluzione, che mostrano proprietà esclusive dell’idrogeno ridotto e della disponibilità di elettroni uniche in questi sistemi. Frullati di frutta fresca e succhi vegetali mostrano anch’essi valori di potenziale redox negativi (16).

Altri antiossidanti (es: Vitamina E, C, ecc.) non hanno la tendenza a mostrare questo tipo di disponibilità elettronica, come osservato in misurazioni standard del potenziale redox, a causa delle varie strutture delle molecole, delle loro caratteristiche chimiche individuali e funzionali in prossimità di reazioni che tendono a determinare il loro ruolo di antiossidanti. L’acido ascorbico, o vitamina c (+80 mV) ha un potenziale redox realtivo molto maggiore di NADH (-320 mV), o del silicato ridotto (-650 mV), dunque, una pari quantità di acido ascorbico non ridurrebbe la stessa quantità di Nad+ con la stessa cadenza della Microhydrin (un agente riducente più forte).

L’acido ascorbioc comunque è necessario come agente donatore di un elettrone in specifiche reazioni enzimatiche che necessitano unicamente di esso per funzionare, come nel caso di altre vitamine antiossidanti. Nonostante molte vitamine abbiano mostrato attività antiossidanti all’interno ed al di fuori del loro ruolo di cofattori enzimatici, gli antiossidanti vengono ora sintetizzati per agire contro i radicali liberi generati per errore da processi metabolici o da intermedi periferici e possono prevenire danni altrimenti provocati da reazioni radicaliche.

Dato che il silicato ridotto può fornire elettroni per numerose reazioni come antiossidante, è stato ulteriormente studiato riguardo a queste importanti funzioni antiossidanti. Dal momento che le molecole biologiche possono essere protette dall’ossidazione (perdita di elettroni) qualora sia presente idrogeno ridotto per fornire elettroni, il minerale silicato ridotto può fornire un ulteriore funzione in aggiunta al suo apporto di sali minerali ed elettroliti. Questa funzione antiossidante potrebbe essere un importante fattore in sistemi di minerali silicati trovati in acque di origine glaciale rinomate per la salute e la longevità delle popolazioni locali che se ne servano (4-7).

Funzioni Biologiche dei Silicati

Il Silicio (nome dell’elemento) è stato scoperto essere un importante elemento necessario per la formazione di cartilagine e tessuto osseo (18). I silicati sono essenzialmente atossici se assunti oralmente come evidenziato dal loro uso per oltre quarant’anni come rivestimento dell’acido formico (magnesio trisilicato) per la cura di indigestioni gastriche. I composti silicati sono stati anche usati in composti farmaceutici (Salicilato Metilsilanetriolo) per ischemie circolatorie ed oseoporosi (18). I composti silicati hanno proprietà solvatanti uniche come spesso mostrato nel loro utilizzo in esperimenti biologici (es: stabilizzazione di biomolecole in colonne cromatografiche). Uno studio recente ha rivelato che i silicati forniscono un effetto protettivo nei confronti di alte dosi di alluminio in acqua potabile associato ad un miglioramento cognitivo negli anziani specialmente quando il pH era alto (17). Soluzioni colloidali contenenti silicati sono state impiegate con successo per conservare cuori canini e simili per trapianti (19,21).

Quando l’integratore minerale silicato è stato assunto oralmente in uno studio clinico preliminare su soggetti umani, esso ha iniziato a manifestare effetti sul pH delle urine. Molti valori hanno mostrato cambiamenti verso un pH più alcalino, considerato benefico per la salute. Uno stato perpetuo di acidosi ematica ed urinaria può infatti indicare compromissione della salute. In questo medesimo studio è stato osservato il trasporto di sali minerali ed elettroliti per ottimizzare i risultati osservati da un punto di vista statisticamente significativo (p < 0.05); i valori risultanti sono relativi alla resistività (1/conductivity) del sangue e delle urine in otto soggetti dopo l’assunzione di 4 capsule di integratore al giorno per 18 giorni (20).

Alcuni nutrizionisti  affermano che una carenza di silicati è coinvolta nell’insorgenza di diverse disfunzioni umane incluse arteriosclerosi, artriti ossee ed ipertensione, così come il processo di invecchiamento (18). Queste affermazioni dimostrano il fabbisogno critico di studiare l’importanza dell’assunzione di silicati e dei loro effetti, specialmente in soggetti anziani (18). Grazie alle uniche proprietà dei silicati minerali, le loro proprietà antiossidanti, il loro utilizzo a lungo termine, la sicurezza e le recenti ricerche, le comunità scientifiche e nutrizioniste continuano a studiare le potenzialità di questi minerali così come i loro numerosi benefici nutrizionali.

Traduzione a cura di Stefano Zanardi. Vietata la copia o qualsiasi forma di riproduzione non autorizzata.

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I Risultati di una Valutazione del Terreno Biologico su 14 Soggetti Prima e Dopo il Test con un Integratore Contenente Silicio Legato a Ioni di Idrogeno Ridotto

Un campione di acqua del ghiacciaio Ultar (Pakistan), quando è stato analizzato conteneva 369 mg/ml di polvere di roccia in sospensione, la quale era composta al 70-80% da Mica di Biotite, 15-20% di feldspato del plagioclasio, 5% di Mica di Vermiculite, tracce di altri minerali silicati solubili,  minerali (prevalentemente Ca+2, SO4-2, Mg+2, Na+, K+, Cl, and HCO3) ed altre tracce di minerali [1,3]. Le conoscenze integrate, con il contributo da parte dei geologi riguardo al contenuto dell’acqua e le conoscenze dei nutrizionisti concentrati sull’optimum necessario per la fisiologia e la salute, hanno dato vita ad una impetuosa rivalutazione della funzione dell’acqua bevuta sulla salute umana e la longevità. E’ stato sintetizzato un integratore che fornisce le proprietà dell’acqua del ghiacciaio contenente cristalli di minerale silicato con una elevata superficie specifica utile e capacità di scambio ionico [3,11].

Un esperimento preliminare che utilizza la Valutazione del Terreno Biologico (BTA), un metodo storico sviluppato da Claude Vincent, un idrologo Francese, e perfezionato con la moderna tecnologia, misura il PH, il potenziale di ossidazione/riduzione (rH2) e la resistività di sangue, saliva ed urine del soggetto umano esaminato. L’analisi BTA è un procedimento non invasivo ed economico che i clinici usano per aumentare la loro conoscenza riguardo alla biochimica del corpo. Nonostante la BTA non sia considerata uno strumento diagnostico, questi parametri forniscono ai clinici informazioni importanti riguardanti gli effetti di programmi terapeutici o nutrizionali che tendano a normalizzare questi valori, importanti per la salute. Un esame preliminare che utilizzi la Valutazione del Terreno Biologico costituisce uno strumento unico per valutare le possibili alterazioni a breve termine dovute all’integratore.

METODI

Una équipe di fisici e clinici che utilizzano l’analizzatore BTA S-2000 nelle loro pratiche cliniche hanno selezionato i soggetti per lo studio. Ogni individuo ha firmato un modulo di consenso informato. Due maschi di età media di 49 anni e sei femmine di età media di 45 anni di nessuno dei quali sono state diagnosticate patologie cliniche, hanno consumato 4 pastiglie al giorno seguendo un protocollo che richiedeva una pastiglia al mattino, due al pomeriggio ed una di sera per 18 giorni. Altri tre soggetti (#8, #9, and #12) cui erano state diagnosticate condizioni patologiche sono state monitorate costantemente ed hanno terminato i 18 giorni di assunzione dell’integratore. Il paziente #8 aveva 65 anni, una donna con sintomi che indicavano intossicazione da metalli. Il soggetto #9 aveva 40 anni, una donna con sindrome da affaticamento cronico. Nonostante avesse effettuato test clinici come MRI ed analisi del sangue, la causa dell’affaticamento cronico e della debolezza muscolare era sconosciuta. Il soggetto #12 era una donna di 58 anni, con una fibromialgia diagnosticata e sidrome da affaticamento cronico. I risultati iniziali del test BTA ed altri dati di diagnosi clinica indicavano che questi pazienti erano fisicamente più compromessi rispetto agli elementi dell’altro gruppo.


Tutte le pastiglie somministrate in questo studio contenevano, in quantità presente naturalmente nella dieta, 250 mg di diossido di silicio, potassio, solfato di magnesio ed acidi grassi; esse sono state sviluppate tramite un processo privato a base di polvere di riso e sono state rese disponibili da RBC Life Sciences, Inc. of Dallas, Texas, come il suo prodotto Microhydrin
. Lo strumento usato per l’analisi di fluidi biologici era un BTA S-2000™ prodotto da: Biological Technologies International, Payson, Arizona. Il sangue è stato prelevato dai soggetti utilizzando una siringa priva di Eparina (anticoagulante) ed esaminato entro 2 minuti. Altri fluidi sono stati raccolti e sottoposti ad analisi in accordo con le procedure descritte nel manuale d’istruzione del BTA S-2000. 

Tabella 1


Variazioni Medie e Dati Statistici per 8 Pazienti

Sani prima e dopo 18 giorni di trattamento con Integratore

Test Media
% di Cambio
Unità di cambio Media Media + SD SE p-valore
Sangue, pH 0.94 0.07 -0.0337 ± 0.0855 0.0229 0.1833
Saliva, pH 4.10 0.29 -0.2488 ± 0.3056 0.0817 0.0187*
Urina, pH 11.70 0.65 0.2588 ± 0.8848 0.2365 0.3101
Sangue, rH2 0.88 0.20 -0.0250 ± 0.2188 0.0585 0.6818
Saliva, rH2 2.84 0.70 -0.6125 ± 0.6813 0.1821 0.0120*
Urina, rH2 5.92 1.26 0.6125 ± 1.8849 0.5037 0.2634
Sangue, r 19.10 52.00 -34.1250 ± 52.8100 14.1164 0.0462*
Saliva, r 23.80 53.60 -29.3750 ± 54.3980 14.5383 0.0830
Urina, r 24.70 64.00 -17.5000 ± 22.6337 6.0491 0.0232*

*Differenze statisticamente significative tra il valore basale all’interno del gruppo (p < 0.05), utilizzando il test del t di Student per un piccolo quantitativo di campione. Abbreviazioni: rH2, valore di riduzione/ossidazione misurato in millivolts, scala Barr; r, valore di resistività misurato in ohms cm; pH = -log 10-7 [H+]. I Valori sono medie ± Deviazione Standard (SD), Errore Standard (SE).

Tabella 2
Cambiamento percentuale calcolato su valori mediati di risultati S-2000,

prima e dopo 18 giorni di trattamento in pazienti sani N=8

Test BTA Sangue Saliva Urina
pH 0.94% 4.09% 11.75%
rH2 0.88% 2.84% 5.92%
R 19.10% 23.80% 24.70%

Prima di ogni test BTA, ad ogni paziente veniva richiesto di astenersi per 12 ore da assumere cibo, liquidi, fare bagni ed usare spazzolini o altri oggetti per l’igiene orale. Nonostante ci possano essere alcune variazioni, i valori basali sono stati considerati stabili all’interno di un range di tempo ragionevole per ogni paziente. I clinici BTA usano un test basale relativo ad ogni singolo individuo come riferimento tramite il quale sviluppare programmi nutrizionali mirati al raggiungimento di valori fisiologici entro limiti normali.

Analisi statistiche sono state condotte sugli otto pazienti su cui non sono state riscontrate patologie. L’analisi è stata condotta sulle variazioni dei valori prima e dopo il trattamento, utilizzando il relativo test del t di Student, specifico per campioni piccoli. I risultati sono stati riportati come medie, deviazioni standard, e valori-P. Questi risultati sono riportati nella Tab. 1. I soggetti sono stati incoraggiati a mantenere il loro usuale stile di vita durante il periodo di assunzione dell’integratore. I tre soggetti in condizioni patologiche non hanno rappresentato un campione abbastanza grande per valutazioni statistiche, ma ad ogni modo hanno permesso di osservare alcuni eventi.

RISULTATI

I risultati iniziali hanno indicato che diversi parametri BTA sono variati significativamente dopo 18 giorni di trattamento. I valori medi sono stati calcolati con i valori di pH, rH2, ed r riscontrati nel sangue, saliva ed urine degli otto soggetti sani (Tab.2). Per ogni parametro è stata calcolata la variazione percentuale rispetto al valore basale. Questi valori sono stati anche mediati per il gruppo degli otto soggetti in condizioni normali ed i tre in condizioni patologiche. Le figure 1-9 descrivono i valori medi per gli otto soggetti sani.

 Il gruppo di otto soggetti sani significativi spostamenti verso i valori ottimali in quattro dei nove parametri (Tab.1). Un test t di Student effettuato per piccoli campioni ha confermato una variazione statisticamente significativa (p < 0.05) per il pH salivare, rH2 della saliva, e resistività del sangue e dei campioni di urina prelevati prima e dopo il trattamento di 18 giorni. Il valore di pH della saliva degli otto soggetti sani testati era significativo (p < 0.0187, SD 0.3056). Il valore di rH2 della saliva (p <0.0120, SD 0.6813) era significativo negli otto pazienti in situazione non patologica. La resistività del sangue ha mostrato una variazione significativa (p < 0.0462, SD 52.81) tre gli otto soggetti sani (Tab. 1). Anche gli errori standard relativi ad ogni parametro sono riportati (Tab. 1). Un valore negativo indica la relativa direzione della variazione.

I tre pazienti non sani hanno mostrato risposte meno predicibili al trattamento. I valori medi di rH2 delle urine erano attorno a 21.9, nei pazienti sani, mentre in quelli patologici era a 25.0, riflettendo un possibile deficit funzionale nei reni di questi ultimi tre. I valori di r nella saliva e nelle urine dei tre pazienti non sani erano stati osservati essere più notevolmente più fuori scala inizialmente, o comunque molto alterati in questi soggetti. Il pH nelle urine è migliorato nei tre pazienti non sani. Il valore di r del sangue dei pazienti non sani ha mostrato un sottile cambiamento verso valori ottimali. I valori di r delle urine e della saliva hanno mostrato discrepanze tra i tre pazienti e spostamenti più marcati nei test BTA. Le valutazioni dei dati dei soggetti in condizioni patologiche sono meno oggettivi, dato che le variazioni potrebbero essere dovute alle patologie oppure a malfunzionamenti da parte di vari organi.

Tabella 3

Valori di pH risultati da analisi con S-2000 mediati su 11 soggetti (sani e non sani),prima e dopo il trattamento di 18 giorni

Sangue PH Ottimale Urina PH Ottimale Saliva pH
Ottimale
Prima Intervallo Dopo Prima Intervallo Dopo Prima Intervallo Dopo
7.55 7.30-7.35 7.55 5.91 6.50-6.80 6.14 7.02 6.50-6.75 6.87

DISCUSSIONE

Quattro dei nove parametri nei pazienti a salute normale hanno mostrato variazioni statisticamente significative  (p < 0.05) verso valori più ottimali dopo il trattamento (Tab. 1). Inoltre i valori di media pecentuale (variazione%) calcolati dal pH delle urine, r di saliva, ed rH2 delle urine hanno anch’essi mostrato spostamenti verso intervalli più ottimali (Tab. 2). Nonostante il pH delle urine non mostrasse variazioni significative per il gruppo, si è riscontrato una differenza di 11.75% dopo il trattamento ed una variazione da 5.87 a 6.26 verso valori più ottimanli e meno acidi, indicando un possibile miglioramento. I valori di r delle urine hanno mostrato una variazione significativa verso ranges più ottimali (Fig. 2,5,7,9).

I valori ematici di pH (Tab.3 e Fig. 1) e di rH2 (Fig. 4) non sono cambiati durante questo periodo, se comparati con altri parametri. Questi valori potrebbero cambiare meno rapidamente in virtù della natura eterogenea e stabile del sangue, che si altera solitamente solo dopo diete altamente controllate o iniezioni intravenose di bicarbonato (Fig. 1,4). I valori di rH2 delle urine sono variati solo marginalmente, da 21.9 a 22.6 (valori medi), negli otto pazienti sani (Fig. 6). Nonostante i valori di r della saliva non fossero significativi a p < 0.05, (p < 0.0830), una variazione rispetto ai valori basali di 23.8% verso valori più ottimali, dopo il trattamento, potrebbe indicare un effetto sull’omeostasi minerale (Fig. 3,6,8). La saliva contiene minerali come calcio,magnesio, cloruri, sodio e potassio. Dato che il trasporto di minerali è una funzione primaria del nutrimento in natura, l’osservazione di r significativi nel sangue e nelle urine è stato un indicatore del fatto che l’integratore potrebbe avere la capacità di agire positivamente sull’omeostasi minerale nel corpo. Gradienti osmotici, integrità cellulare, reazioni biochimiche e funzioni neurologiche dipendono da un corretto bilanciamento basato sull’eliminazione e la ritenzione di Sali minerali.

Le persone che hanno patologie conclamate spesso hanno organi basilari come il fegato, i reni o il sistema linfatico che potrebbe essere inefficiente a liberare i tessuti da cataboliti cellulari, elettroliti o acidi come effetto della propria condizione patologica, o comunque molto più lentamente rispetto agli individui sani. I valori misurati in BTA delle urine spesso corrispondono a malfunzionamento dei reni come osservato dallo sbilanciamento di elettroliti.

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Fig 1,2,3 : Valori di pH relativi a Sangue (1), urina (2) e saliva (3), valori mediati tra gli otto pazienti sani sia prima che dopo 18 giorni di trattamento.

Fig 4,5,6 : Valori di potenziale red-ox (RH2) relativi a sangue (4), urina (6) e saliva (5),  valori mediati tra gli otto pazienti sani sia prima che dopo 18 giorni di trattamento.

Fig 7,8,9 : Valori di resistività (r) relativi a sangue (7), urina (9) e saliva (8), valori mediati tra gli otto pazienti sani sia prima che dopo 18 giorni di trattamento.

 

CONCLUSIONI

I derivati sferici della silice hanno proprietà uniche tra i minerali, gli ioni ed il trasporto di elettroliti. La capacità di queste particelle (50-100 Angstrom o meno) di fornire caratteristiche uniche di riduzione dell’acqua che generi idrogeno ridotto potrebbe essere un importante processo per la riduzione di radicali liberi dell’ossigeno nell’apparato digerente o attraverso tutto il corpo. Le ricerche hanno indicato che il ruolo dell’acqua nella dieta è tanto variabile quanto fondamentale. L’acqua supporta tutte le reazioni biologiche in cellule e tessuti, è il sistema di trasporto fluido in sistemi viventi, è il mezzo dove la vita ha origine. I cristalli di silicati solubili in acqua possono legare tramite legami a ponte-idrogeno fino a tre strati di molecole d’acqua [12]. Uno strato di conduttività secondario viene formato tramite la disposizione ordinata di di atomi di idrogeno che circondano il cristallo silicato e trasportano elettroni da un atomo di idrogeno a quello successivo. Questa carica elettrica attrae ioni come H+, Fe3+, Ca2+, Na+ ed altri, specialmente nello strato esterno [1,12]. La struttura che si forma è un conduttore che può trasportare elettroni o idrogeni ridotti, fornendo elettroni che si pensa possano essere disponibili per ridurre radicali liberi nel tratto digerente e probabilmente in altre sedi corporee.

Tabella 4

Parametri BTA S-2000 che mostrano differenze statisticamente significative (p < 0.05) prima e dopo il trattamento. N=8 (t-TEST per piccoli campioni statistici).

Test  BTA Sangue Saliva Urina
pH 0 p < 0.0187 0
rH2 0.88% p < 0.0120 0
r p < 0.0462 0 p < 0.0232

Recenti ricerche hanno indicato che l’idrogeno ridotto può rimuovere i radicali liberi dell’ossigeno, come un singoletto dell’ossigeno, radicali anionici superossidi, perossidi d’idrogeno e radicali idrossilici, tutti considerati in grado di causare estesi danni ossidativi a macromolecole biologiche come il DNA, membrane di acidi grassi a catene poliinsature ed enzimi [4,5,13]. Questi danni da radicali liberi (stress ossidativo) sembra essere alla base di alune malattie ed invecchiamento precoce [4,13]. Quando l’integratore alimentare viene aggiunto ad acqua clorurata, il potenziale ossidoreduttivo cambia da +270 mV a -650mV come misurato in scala standard. Anche gli elettriliti in acqua producono un potenziale redox di -250 fino a -350 mV (dipende dalla sorgente di acqua) ed è stato dimostrato che protegge il DNA da danni ossidativi tramite idrogeno ridotto [4,5].

Sebbene ci sia ancora molto da imparare riguardo alle sorgenti naturali di acque minerali, sussiste il fatto che uomini che si espongono spesso a fonti di questo tipo di acque sopravvivono più a lungo. Ricerche biochimiche e nutrizionali ci stanno dimostrando i benefici di numerosi nutriliti minerali e delle rispettive funzioni in sistemi biologici. I composti silicati sono tra i più abbondanti componenti della crosta terrestre e se ne possono trovare in corsi d’acqua, letti fluviali e ambienti marini. Alcuni derivati silicei hanno strutture uniche, sono idrofilici e legano ioni ed elettroliti rapidamente. Alcune ricerche hanno mostrato che alcune forme di composti silicati hanno vengono assorbiti più facilmente [15]. Uno studio ha permesso di scoprire che i silicati hanno un effetto protettivo nei confronti di alti livelli di alluminio in acqua da bere, associato a un miglioramento cognitivo negli anziani, specialmente quando il pH era alto (basico)[14]. Il silicio come elemento è essenzialmente non-tossico se assunto oralmente ed è stato utilizzato per oltre 40 anni come agente antiacido e come farmaco nel trattamento di ischemie circolatorie ed osteoporosi [15]. La sua funzione biologica è di agente di congiunzione tra tessuto connettivo ed osseo. Alcuni calcoli renali possono contenere silicati nei mammiferi [15].

La comunità scientifica di clinici che utilizza il test BTA riporta che alcuni programmi nutrizionali con integratori iniziano ad avere effetti benefici sui parametri BTA. Alcuni di essi non modificano tali parametri per 3-6 mesi. Prima di intraprendere studi a lungo termine, abbiamo studiato gli effetti dell’integratore sui parametri BTA in modo da osservare i possibili effetti. Ulteriori studi basati su altre procedure forniranno pregevoli informazioni ai geologi, nutrizionisti e fisici riguardo a queste strutture silicee, storicamente acclamate, e le loro funzioni nel fornire acqua biologicamente ridotta, e nel trasporto di minerali come riscontrato in sorgenti d’acqua geologicamente naturali, rinomate per le proprietà salutari e di longevità.

Leonard Smith Jr., M.D. Adjunct Clinical Faculty, Department of Medicine, University of Florida, College of Medicine Gainesville, Florida.

Kimberly Purdy Lloyd, M.S. Technical Writer/Research Director, RBC Life Sciences, Irving, Texas.

Sinceri ringraziamenti a Dennis Higgins, M.D.H. e Kathryn Phelps of Environmental/Invironmental Technologies, Inc. per il loro lavoro di coordinazione e di svolgimento di questo lavoro.

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Traduzione a cura di Stefano Zanardi. Vietata la copia o qualsiasi forma di riproduzione non autorizzata.

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Benvenuto/a nella casa di microidrina Microhydrin

Se sei alla ricerca di consigli e informazioni utili su come migliorare la tua condizione fisica, allora sei nel posto giusto!

Familiarizzare con i concetti base di una cultura della salute può risultare non soltanto utile, ma anche piacevole e creativo.

“E’ possibile stare in salute con successo in un periodo di globalizzazione?”, questa è la domanda che sempre più spesso professionisti del benessere e sportivi si pongono in tempi come questi.

La realtà è questa: se sei alla ricerca del metodo per prolungare la vita e minimizzare gli effetti dell’invecchiamento, per aumentare il potenziale fisico e mentale e che tu abbia o meno le risorse e le conoscenze per essere un fuoriclasse della salute, se vuoi davvero scoprire gli studi e ricerche condotte dal Dott. Henri Marie Coanda e dal Dott. Patrick Flanagan, allora Microidrina è l’unico blog specializzato in questa materia.

Procediamo…cosa significa Microidrina o Microhydrin?

Per rispondere a questa domanda, c’è una premessa fondamentale da fare: conoscere il concetto denominato Nanotecnologia.

La Nanotecnologia è la nuova frontiera, attualmente descritta in molte riviste come l’opportunità per un futuro migliore. Uno dei principali centri a livello mondiale nella Nanotecnologia Revolution è stata la Rice University, alma mater del presidente di RBC Life Sciences, il Dott. Clinton Howard. Il Dr. Clinton Howard, fondatore e presidente di RBC Life Sciences è membro della “Rice Alliance for Technology And Entrepreneurship”.

Nel 1985, i professori della Rice University, Rick Smalley, Robert Curl, e Harold Kroto scoprirono la buckyball, una molecola superconduttiva dalle nanodimensioni che prometteva innumerevoli vantaggi nel controllo degli elettroni, e molti altri benefici per il genere umano. Nel 1996, al Rice Team è stato riconosciuto il premio Nobel per la Chimica.

Un nanometro è un miliardesimo di metro, la larghezza di sei atomi di idrogeno, o circa la 100,000 parte di un singolo granello di sabbia! La Nanotecnologia coinvolge la realizzazione e la manipolazione di molecole delle dimensioni da 1-100 nanometri.

Le molecole di silica hydride contenute nella microidrina Microhydrin hanno un diametro di 1-5 nanometro, quindi la Nanotecnologia offre la possibilità di creare dei prodotti innovativi, come gli avanzati integratori alimentari.